CORRETTIVO AL CAD: QUALI IMPLICAZIONI PER I PAGAMENTI ALLA PA?


pubblicata il:
22/09/2017
nella sezione:
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Ormai è chiara la volontà del legislatore di far confluire in modo progressivo tutti i pagamenti a favore della PA sul Nodo nazionale dei pagamenti, abbandonando ogni altro sistema, ancorché elettronico (POS, F24). Vediamo con quali implicazioni!
Lo schema di decreto legislativo correttivo del Codice dell’Amministrazione Digitale è stato approvato in prima deliberazione dal Consiglio dei Ministri l’8 settembre scorso ed è stato trasmesso il 13 settembre alle Camere per l’acquisizione dei pareri da parte delle competenti Commissioni parlamentari, che dovranno essere forniti entro sessanta giorni dalla data della trasmissione. In attesa dei pareri delle Commissioni, vediamo quali correttivi, se confermati, avranno implicazioni sui pagamenti elettronici a favore della Pubblica Amministrazione (pagoPA).

Articolo 2 (modifiche all’art.2 del CAD)
L'articolo 2 modifica il medesimo articolo del CAD prevedendo al comma 2 un elenco dettagliato dei soggetti a cui si applicano le disposizioni del Codice, specificando che per i gestori di servizi pubblici ciò avviene in relazione ai servizi di pubblico interesse. La dicitura “servizi di pubblico interesse” si riferisce in senso generico a tutti i servizi che vengono erogati nell'interesse della collettività senza le distinzioni che attualmente si applicano tra servizi di interesse economico generale e quelli che non hanno carattere economico. Trattandosi di gestori di servizi pubblici, sembra dunque che la nuova norma intenda estendere l’obbligo di adesione a pagoPA anche a questi soggetti, che fino ad oggi potevano aderire in via facoltativa.
Questa impostazione del legislatore appare in linea con le modifiche previste all’articolo 5 del CAD che, come vedremo, estendono le tipologie di pagamento obbligate a transitare attraverso la piattaforma pagoPA a tutte le entrate tributarie, le quali spesso vengono incassate da gestori di servizi pubblici in forza di concessioni.

Articolo 5 (modifiche all’art.3 bis del CAD)
L'articolo 5, con il comma aggiuntivo 01, sancisce il diritto per chiunque di accedere ai servizi online offerti dai soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettere a) e b) (cioè Pubbliche Amministrazioni e gestori di pubblici servizi), tramite la propria identità digitale; in base a quanto previsto nelle norme transitorie, tale diritto è esercitabile a decorrere dal 1° gennaio 2018. A breve, dunque, i servizi di pagamento on line che gli Enti offrono sui propri siti istituzionali e che richiedono identificazione informatica, dovranno essere accessibili attraverso SPID.

Articolo 6 (modifiche all’art.5 del CAD)
L’ultima versione del CAD aveva già ampliato il comma 1 dell’articolo 5, in due modi:
1) aggiungendo l’obbligo per le PA di accettare, attraverso la piattaforma pagoPA, i micro-pagamenti basati sull’uso del credito telefonico;
2) introducendo una sorta di neutralità sulla forma di pagamento consentita, purché fosse elettronica: “Resta ferma la possibilità di accettare anche altre forme di pagamento elettronico, senza discriminazione in relazione allo schema di pagamento abilitato per ciascuna tipologia di strumento di pagamento elettronico come definita ai sensi dell'articolo 2, punti 33), 34) e 35) del regolamento UE 2015/751…”. I punti qui citati del Regolamento si riferiscono a carte di debito, di credito e prepagate. Tale formulazione della norma, che aveva lo scopo di stimolare la diffusione dei pagamenti elettronici imponendo alle PA di accettare qualsiasi tipo di carta di pagamento, prescindeva dalla piattaforma nazionale pagoPA. Conseguentemente, con la vigente formula dell’art.5, gli Enti che si adeguano a pagoPA possono mantenere attivi i pagamenti tramite POS allo sportello, forma di pagamento che per altro è diffusissima in molte tipologie di servizi.
Orbene, il correttivo introduce un’unica ma importante modifica al comma 1: “Tramite la piattaforma elettronica di cui al comma 2, resta ferma la possibilità di accettare anche altre forme di pagamento…”. Se tale modifica venisse confermata dalle Commissioni, il POS come strumento di pagamento non potrebbe rimanere inalterato e l’utente che si presenta allo sportello (a meno che sia possibile il pagamento in contante) andrebbe indirizzato sul sito istituzionale o ai PSP aderenti al sistema, eventualmente con un Avviso di pagamento generato al momento dall’operatore dell’Ente nel caso di pagamenti spontanei. Da un punto di vista pratico, si ravvisano complicazioni per l’utente che, recatosi personalmente presso gli uffici dell’Ente, non potrà ottenere un servizio che prevede un corrispettivo in via immediata, a meno di soluzioni tecnologiche che consentano di integrare i dispositivi POS nel sistema.
Si ricorda che, ai sensi del comma 2 bis, dobbiamo ancora attendere per conoscere le modalità di attuazione del comma 1, in particolare per quanto attiene ai pagamenti consentiti attraverso l’uso del credito telefonico. A questo riguardo si precisa che lo stesso articolo 71, il quale prometteva da parte di AgID un Decreto di regole tecniche di attuazione del CAD, prevede una modifica: “l’AgID, previa consultazione pubblica da svolgersi entro il termine di trenta giorni, sentiti le amministrazioni competenti e il Garante per la protezione dei dati personali nelle materie di competenza, nonché acquisito il parere della Conferenza unificata, adotta linee guida contenenti le regole tecniche e di indirizzo per l 'attuazione del presente Codice.
L’articolo 5 del CAD prevede una ulteriore importante modifica, al comma 2, tramite l’aggiunta del commi 2-ter e 2-quater. Il primo stabilisce che PA e gestori di pubblici servizi consentano al cittadino di effettuare, tramite la piattaforma pagoPA, anche i pagamenti spontanei relativi alle entrate tributarie dei Comuni e degli altri enti locali, IMU e TASI. Con il comma 2-quater tuttavia si precisa che resta fermo il sistema di versamento unitario di crediti e debiti relativi a imposte, contributi INPS e altre somme a favore dello Stato, delle regioni e degli enti previdenziali (F24) fino all'adozione di un DPCM che fisserà, anche in maniera progressiva, le modalità tecniche per l'effettuazione dei pagamenti tramite piattaforma anche in campo tributario e contributivo. In attesa del DPCM, sappiamo che questi pagamenti, finora esclusi da pagoPA, dovranno transitare dal Nodo.
In conclusione, è chiara la volontà del legislatore di far confluire in modo progressivo tutti i pagamenti a favore della PA sul Nodo nazionale dei pagamenti, abbandonando ogni altro sistema, ancorché elettronico (POS, F24). L’obiettivo non è più quindi solo quello di favorire la diffusione dei pagamenti digitali, ma anche quello di avere un unico punto di monitoraggio e controllo delle entrate della PA.


Irene De Piccoli
Project Manager Easygov Solutions